Quali sono le principali esigenze dei viaggiatori con limitazioni funzionali degli arti superiori?
Quali sono le principali esigenze delle persone con disabilità motoria agli arti superiori? Quali sono le richieste specifiche da parte di questi viaggiatori? Cerchiamo di rispondere a queste domande assieme a Roberto Romeo, Presidente dell’ANGLAT e Vice Presidente della FAND.
Articolo di Daniela Orlandi
Le persone con una disabilità che riguarda la parte superiore del corpo possono avere problematiche dovute a limitazioni funzionali delle mani o delle braccia che compromettono o rendono difficoltosa, ad esempio, la capacità di prensione o di manovrabilità di oggetti e componenti. Questi aspetti sono poco conosciuti al punto che, spesso, anche le strutture ricettive più attente ai temi dell’accessibilità non adottano accorgimenti per venire incontro a delle necessità specifiche che si possono avere durante un viaggio.
Ne parliamo con Roberto Romeo, Presidente dell’ANGLAT (Associazione Nazionale Guida Legislazioni Andicappati Trasporti) e Vicepresidente della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità).
Quali sono le difficoltà che incontrano i viaggiatori e turisti con una limitazione funzionale agli arti superiori?
Tra le difficoltà che si possono incontrare vi è quella dell’apertura delle porte con le maniglie a pomello, in quanto sono difficili nella presa e quindi nel manovrarle. Oppure trovare materiali informativi posti su ripiani troppo alti o troppo bassi. Una difficoltà è quando nelle camere si trovano armadi con l’asta appendiabiti posizionata troppo in alto e non ad altezza dello sguardo. Questo è un problema non solo per chi ha delle difficoltà agli arti superiori, ma anche per chi è di bassa statura o per chi è su sedia a ruote. Analogo ragionamento si può fare sulle altezze d’uso e la manovrabilità nei servizi igienici per i sanitari, le mensole, gli specchi e gli interruttori.
Perché ha scelto di trattare questo tema nell’articolo?
Nel settore turistico, la percezione della qualità è profondamente connessa all’incisività del lavoro svolto dal personale. Per questo, Diritti Diretti considera la comunicazione interpersonale degli addetti come un tassello fondamentale dell’ospitalità accessibile. Servizi che ruotano così tanto attorno alla soddisfazione psico-fisica del cliente non possono che porre in primo piano la formazione sulle tecniche di comunicazione, per permettere agli operatori di accrescere l’interazione con i clienti attraverso la comprensione di bisogni e desideri. Questo perché, se si vuole offrire un servizio e un’immagine di qualità, è sì necessario creare un’offerta rivolta al grande pubblico, ma è altrettanto importante personalizzarla sul singolo cliente per creare un livello di fidelizzazione più elevato.
Cosa può fare, nel concreto, chi si occupa di servizi turistici di accoglienza per venire incontro a queste esigenze?
Nelle soluzioni va tenuto tenendo conto della diversità delle persone, ad esempio chi è di bassa statura potrebbe avere le stesse difficoltà di chi ha una disabilità agli arti superiori per fruire in autonomia degli spazi. I servizi debbono poter essere utilizzati con la maggiore autonomia possibile. Una delle soluzioni a basso costo è avere semplici maniglie a leva per le porte anziché i pomelli, oppure delle porte ad apertura automatica. I piani di appoggio e le mensole dovrebbero essere ad altezze adeguate. In uno dei miei viaggi mi è capitato di utilizzare un bagno cosiddetto “accessibile” che aveva però uno specchio troppo alto perfino per me, quindi inutilizzabile.
Quali sono le domande che dovrebbe porre l’agente di viaggio alla struttura ricettiva per verificare che questa sia effettivamente fruibile riguardo a tali esigenze?
Per quanto riguarda le camere, va chiesto il tipo di maniglie di cui sono dotate le porte e se è possibile regolare in altezza l’asta del guardaroba. Altro elemento utile da sapere è l’altezza dei comandi, come quello delle luci o del condizionatore, che devono essere facilmente raggiungibili. Per i servizi igienici, va verificato il tipo di rubinetteria dei sanitari, della doccia o della vasca. La rubinetteria può essere a leva, a pomello o a sensore e il suo grado di fruibilità varia in relazione al modello, precisando che i rubinetti a pomello sono da sconsigliare per la loro difficoltà di presa. Va chiesto se il bagno è dotato di doccia (che è da preferire alla vasca) e se al suo interno vi sia la mensola porta oggetti ed il maniglione di sostegno, entrambi ad altezza idonea. Andrebbe verificato se l’asta della doccia ha il saliscendi che consente la regolazione ad altezza utile. Anche il tipo di apertura del box doccia è importante, le antine devono essere di facile presa e manovrabilità, meglio se a battente o soffietto e di comoda ampiezza.
Ci sono accorgimenti spaziali o di design che possono aiutare a migliorare la fruibilità delle strutture?
Per gli spazi comuni, sono preferibili le porte ad apertura automatica con fotocellula o quelle standard con maniglia a leva. Le porte scorrevoli potrebbero costituire una barriera, ad esempio, nei servizi igienici comuni, per la difficoltà nella presa e nella manovra di apertura e chiusura, dovuta che dato il tipo di maniglia ad incasso. Tra i vari accorgimenti non vanno trascurati gli aspetti del comfort e della sicurezza, evitando possibili intralci nella mobilità, come quelli causati da zerbini o tappeti troppo alti o non aderenti al pavimento. Sarebbe utile poter disporre di un arredamento con sedute ben distribuite e un bancone di ricevimento di adeguata altezza e profondità. Nei luoghi di ristorazione, tipo bar e caffetterie, è consigliabile associare sedie o sgabelli a mensole e tavoli, in modo da dare la possibilità di ristorarsi comodamente fruendo del piano di appoggio e delle sedute. Rispetto alle problematiche ambientali, sarebbe opportuno progettare o adeguare i propri spazi con una visione di accessibilità più ampia e quindi per tutti.
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